Per i giovani risulta sempre più difficile inserirsi nel mondo del lavoro.
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Ancora più difficile se si è alla ricerca di un’occupazione stabile e a tempo indeterminato.
La recente chiusura imposta dalla necessità di contenere i contagi da Covid- 19, in tal senso, di certo non è stata di aiuto.
Essa, al contrario, ha contribuito all’aumento del tasso di disoccupazione.
E ancora non è finita!
Grazie alla proroga da parte del Governo del blocco dei licenziamenti molte imprese non hanno ridotto il proprio numero di dipendenti.
Non si esclude che ciò avvenga al termine del divieto legislativo.
Tali circostanze comportano per i giovani, soprattutto quelli di età compresa tra i 18 e i 29 anni, una mancanza di liquidità per adempiere alle esigenze di vita quotidiana e anche per intraprendere l’attività da sempre sognata.
Di qui la necessità, sempre più frequente, di ricorrere a prestiti.
Questa è una strada molto difficile tenuto conto della precarietà delle condizioni lavorative e economiche.
Risulta facile per i giovani con contratto a tempo determinato ottenere dei prestiti?
Assolutamente no.
Molti sono i fattori che condizionano l’esito della richiesta.
Si tiene conto, innanzitutto dell’importo e poi dell’esistenza o meno di garanzie nonché di altri elementi.
Vediamo insieme come fare.
Quali sono le caratteristiche dei prestiti concessi ai giovani con contratto a tempo determinato?
Si tratta, per lo più, di prestiti aventi ad oggetto importi di scarso rilievo.
Elemento caratteristico dei prestiti concessi ai giovani con contratto a tempo determinato è la durata che difficilmente eccede quella del contratto di lavoro.
Come possono i giovani con contratto a tempo determinato ottenere un prestito?
Per i giovani con contratto di lavoro a tempo determinato è difficile ottenere un prestito, ma non impossibile.
Essi, per prima cosa, possono affiancare la loro richiesta di prestito a delle garanzie.
Le garanzie possono essere di natura personale o reale.
Quali sono le garanzie personali?
La tipologia di garanzia personale maggiormente diffusa è la fideiussione.
Il garante, infatti, che può essere un amico, un parente, un genitore o un conoscente, si obbliga, di persona, verso il creditore garantendo, in questo modo, l’adempimento.
Si tratta di meccanismo assai favorevole per il creditore.
Egli, infatti, dispone di un doppio patrimonio per ottenere quanto gli è dovuto.
Per la validità della fideiussione, inoltre, non è necessaria la conoscenza del debitore principale.
Essa può essere prestata anche per obbligazioni future o sottoposte a condizione se è stabilito anticipatamente l’importo garantito.
Trattasi, inoltre, di obbligazione accessoria a quella principale che non può prevedere, pertanto, un importo superiore né può essere pattuita a condizioni maggiormente onerose.
È possibile, però, il contrario.
La fideiussione, infatti, può erogarsi soltanto per una parte del debito e con clausole più vantaggiose.
Quali sono gli obblighi del fideiussore?
Il fideiussore, come disposto dall’art. 1944 c.c., si obbliga, in solido, con il debito principale all’estinzione del debito.
I paciscenti possono anche concordare che il fideiussore paghi soltanto dopo che la richiesta sia avanzata nei confronti del debitore principale (cd. beneficio dell’escussione).
Se nella fideiussione è inserita tale clausolae viene convenuto il fideiussore egli può opporre il beneficio.
È tenuto ad indicare i beni del debitore principale da sottoporre a esecuzione prima di versare l’importo dovuto.
Quali sono le garanzie reali?
Le garanzie reali sono privilegio, pegno e ipoteca.
Il privilegio riguarda la particolare causa del credito.
Può essere speciale, su determinati beni o generale gravante su tutti i beni mobili.
L’ipoteca è fonte per il creditore del diritto di espropriare i beni vincolati per garantire il credito e di soddisfarsi sul ricavato. Costituisce la base del diritto di espropriazione del bene oggetto di garanzia anche verso il terzo acquirente.
Con il pegno il bene si attua la consegna del bene creditore che guadagna, in tal modo, l’esclusiva disponibilità dello stesso. È praticato, dunque, uno spossessamento del proprietario che non può più servirsi del bene. Tale circostanza influenza negativamente alcune attività, soprattutto quelle di carattere imprenditoriale. Il mancato utilizzo della cosa, strumentale alla produzione, protratto nel tempo, comporta spesso un decremento dei ricavi. Per ovviare a tale circostanza è stata introdotta dal legislatore una particolare tipologia di pegno cosiddetto mobiliare non possessorio per cui l’oggetto continua a rimanere nella disponibilità del pignorato.
Cosa è nello specifico il pegno?
Il pegno viene costituito a garanzia dell’obbligazione.
La formazione avviene ad opera del debitore o di un terzo per quest’ultimo.
Oggetto del pegno possono essere sia i beni mobili che le universalità di mobili nonché i crediti e tutti quei diritti che hanno ad oggetto beni mobili.
Il pegno si costituisce con la consegna del bene al creditore.
In alternativa è possibile fornire al quest’ultimo un documento che attribuisce l’esclusiva disponibilità della cosa.
Il creditore, in tal modo, acquisisce il diritto di prelazione al pagamento sulla cosa ricevuta in pegno.
Ciò soltanto se la cosa è rimasta in possesso del creditore.
Nell’ipotesi avversa tale diritto è perduto a meno che il bene non è nel possesso di un terzo soggetto stabilito dalle parti stesse.
Come si costituisce l’ipoteca?
L’ipoteca rappresenta la fonte del diritto all’espropriazione.
Tale diritto conserva validità anche se il bene è stato venduto ad un terzo acquirente.
Il creditore si soddisfa sui beni posti a garanzia del suo credito e ha preferenza di soddisfarsi sul ricavato.
Oggetto di ipoteca possono essere sia i beni del debitore che quelli di un terzo.
Essa si costituisce mediante iscrizione nei registri immobiliari.
Tre sono le tipologie di ipoteca: legale, giudiziale o volontaria.
La prima si costituisce nelle ipotesi previste da legge, la seconda per provvedimento dell’autorità giudiziaria, la terza con dichiarazione unilaterale.
L’ipoteca può essere iscritta su beni immobili commerciabili comprese le loro pertinenze, sull’usufrutto degli stessi, diritto di superficie, diritto di enfiteusi in uno a quello del concedente sul fondo enfiteutico.
Sono capaci di ipoteca anche le rendite dello Stato, le navi, gli aeromobili e i veicoli ognuno secondo la leggi che lo riguarda.
In quale altro modo un giovane con contratto a tempo determinato può ottenere la concessione di un prestito?
Un giovane con contratto di lavoro a tempo determinato può ottenere la concessione di un prestito anche attraverso la cessione del quinto.
La durata, però, non deve superare quella del contratto di lavoro.
Tale meccanismo, infatti, si basa su una trattenuta dallo stipendio pari al 20% cioè a un quinto dello stesso.
La cessione del quinto, pertanto, non è possibile per i lavoratori autonomi e per i liberi professionisti.
È lo stesso datore di lavoro obbligato a trattene la parte dello stipendio necessario per onorare il debito.
Come funziona la cessione del quinto?
La cessione del quinto è un particolare sistema previsto a favore dei lavoratori dipendenti e degli autonomi.
La normativa di riferimento è il DPR 5 gennaio 1950, n. 180 attuato con regolamento del 28 luglio 1950, n. 895.
La caratteristica è la trattenuta dallo stipendio di un importo pari al 20% dello stesso ovvero di un quinto.
Di qui il nome di “cessione del quinto”.
Per i lavoratori con contratto a tempo determinato non si può eccedere la durata del rapporto di lavoro.
La trattenuta avviene direttamente nella busta paga.
Chi può domandare la cessione del quinto?
La cessione del quinto può essere chiesta da tutti i dipendenti sia pubblici che para- statali nonché di aziende private con possibilità, in relazione a questi ultimi, per l’istituto di credito o per la società finanziaria di valutazione finale.
Sono ammessi anche i pensionati non oltre il novantesimo anno di età.
Chi può concedere il prestito?
Il prestito può essere concesso dagli istituti di credito e gli intermediari finanziari. Sono escluse le società di credito costituite in nome collettivo o in accomandita semplice nonché le casse di risparmio e i monti crediti su pegno.
Il datore di lavoro è obbligato ad accettare la richiesta?
Si.
Il datore di lavoro è obbligato ad accettare la richiesta di cessione del quinto da parte del dipendente.
Egli, in particolare, è obbligato a trattenere la rata concordata dalla busta paga e, in ipotesi di licenziamento o dimissioni, deve ritenere ogni somma dovuta al dipendente.
Quali sono le migliori finanziarie per prestiti ai giovani con contratto a tempo determinato?
Le migliori finanziarie per prestiti ai giovani con contratto di lavoro a tempo determinato sono quelle che lo offrono a tassi agevolati o ridotti e con spese di commissione basse.
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