La recente crisi economica dovuta al coronavirus del 2019 ha sicuramente posto dei grandi problemi all’occupazione giovanile che infatti sta facendo fatica a ripartire, se prima era riuscita ad assumere un trend positivo, tale evento dovuto al lockdown ha sicuramente stoppato e fermato tali possibilità di crescita. Tuttavia molti giovani non sono disposti a mollare, spesso a questa età si compiono le scelte più ardue e rischiose nella vita. Si è mossi da una voglia di ribaltare lo status quo per potersi emancipare economicamente dalla propria famiglia e dai propri genitori, trovandosi un lavoro, reinventando un’attività e andando a vivere da soli.
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In questo contesto il Sud Italia ha sempre avuto una marcia indietro rispetto al Nord e questo è dovuto sicuramente a fattori storici e culturali che hanno da sempre caratterizzato queste terre, fin dall’unità della penisola il Nord ha da sempre imposto i dettami e i ritmi nella produzione e nei canoni culturali.
Questo ha determinato una disuguaglianza sociale netta tra le due fette territoriali. Tuttavia, ormai da anni lo Stato ha messo in moto una serie di strumenti volti ad assottigliare questa netta differenza, ponendo dunque incentivi, esoneri, esenzioni e finanziamenti affinché nasca e si produca una classe imprenditoriale concorrente, anche nel Sud Italia.
L’Abruzzo è tra le Regioni di “Resto al Sud”
La provincia di Pescara, come molti sapranno, è all’interno della Regione d’Abruzzo, con il quale viene messo a disposizione l’incentivo Resto al Sud, che essendo tale, non scade come i comuni bandi di gara ma bensì vi è la possibilità di effettuare la richiesta in qualsiasi momento, ovviamente rispettando tutte le dovute procedure e requisiti.
In cosa consiste Resto al Sud
E’ un incentivo per i giovani imprenditori che non hanno compiuto 46 anni e hanno deciso di iniziare o hanno già iniziato un’attività imprenditoriale inerente ai settori dell’industria, dell’artigianato, del turismo e dei servizi per persone o società.
A quanto ammonta l’incentivo?
L’incentivo è di 50 mila euro per le ditte individuali mentre è di 200 mila euro nel caso delle società composte da almeno 4 persone.
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